Non solo le neuroscienze possono dare indicazioni importanti agli architetti, ma anche l’architettura può avere un impatto su quello che è il sistema nervoso.
In questo approfondimento ci soffermeremo sul rapporto tra architettura e neuroscienze, due mondi solo apparentemente distanti ma che invece sono strettamente legati tra loro. L’architettura è l’arte e la pratica di progettare e costruire edifici mentre con il termine neuroscienze si indica “l’insieme delle discipline che studiano i vari aspetti morfofunzionali del sistema nervoso mediante l’apporto di numerose branche della ricerca biomedica”, come da definizione della Treccani.
Come le neuroscienze possono influenzare l’architettura
Le neuroscienze possono influenzare l’architettura in diversi modi così come l’architettura può avere un impatto sulle persone.
In primo luogo, le neuroscienze possono aiutare a comprendere meglio il modo in cui le persone interagiscono con l’ambiente costruito. Ad esempio, la ricerca neuroscientifica ha dimostrato che le persone hanno una preferenza per gli spazi aperti e luminosi, e questi sono elementi di fondamentale importanza che devono essere presi in considerazione quando si tratta di progettare spazi che siano più confortevoli e invitanti.
Le neuroscienze, inoltre, possono essere utili per creare ambienti che siano più stimolanti e produttivi. Si è scoperto, ad esempio, che l’uso di luce naturale ha un impatto positivo sulla salute e il benessere; in un ambiente rilassante, inoltre, le persone sono portare a rendere meglio e di più.
Ma, come anticipato, il rapporto tra neuroscienze e architettura è ancora più stretto; non solo le neuroscienze possono dare indicazioni importanti agli architetti, ma anche l’architettura può avere un impatto su quello che è il sistema nervoso. Un ambiente può infatti influenzare e condizionare una persona. Più nello specifico, gli studi hanno dimostrato che il cervello risponde a stimoli e per questo motivo l’architetto non può non prendere in considerazione quelle che sono le caratteristiche del corpo umano nell’interazione con l’ambiente circostante.
Ecco alcuni esempi di come la neuroscienza sta influendo l’architettura:
- L’uso di luce naturale: la ricerca neuroscientifica ha dimostrato che la luce naturale ha un impatto positivo sulla salute e sul benessere delle persone. Questo ha portato a un aumento dell’uso di luce naturale negli edifici.
- La progettazione inclusiva: la ricerca neuroscienza ha dimostrato che le persone con disabilità hanno esigenze specifiche in termini di spazio e funzionalità. Questo ha portato a un aumento della progettazione inclusiva nell’architettura.
- La sostenibilità: la ricerca neuroscienza ha dimostrato che le persone sono più propense a impegnarsi in comportamenti sostenibili se gli spazi in cui vivono e lavorano sono progettati per essere sostenibili. Questo ha portato a un aumento dell’attenzione alla sostenibilità nella progettazione architettonica.
Il concetto di neuroarchitettura
Negli ultimi anni ha preso piede un nuovo concetto, quello di neuroarchitettura, un mondo ancora tutto da esplorare e ancora in fase di evoluzione. Questa nuova frontiera dell’architettura si concentra su quelli che sono gli stimoli provenienti dall’ambiente costruito e si interroga su come una buona progettazione possa avere un impatto sul benessere psicofisico dell’individui. Compito dell’architetto deve essere quello di progettare e creare spazi che possano aumentare la capacità di concentrazione o che siano formativi o che stimolino la guarigione. Dal punto di vista pratico, un architetto consapevole di quelle che sono le attività neuronali possono creare ambienti veramente a misura d’uomo e in grado di rispondere a quelle che sono le specifiche esigenze delle persone.